La Corte di Cassazione (sentenza n. 727 dd. 09.01.2019) ha affermato che vi è violenza sessuale anche nel caso in cui la vittima abbia prestato il proprio consenso all’utilizzo del preservativo.

Nel caso di specie la madre della persona offesa, aveva denunciato l’uomo che la figlia aveva conosciuto tramite il noto sito web di social network “Badoo”, e con il quale si era incontrata tre volte, per violenza sessuale.

Ai sanitari presso i quali la ragazza si era recata il giorno successivo all’asserita violenza subita, la giovane aveva riferito di dolori alla schiena e al lato esterno della coscia sinistra. La ragazza aveva raccontato che l’uomo le aveva sfilato i leggins e gli slip nonostante il suo ripetuto diniego giungendo poi a penetrarla. La ragazza, quindi, “pietrificata” dalla paura, era rimasta completamente passiva durante tutto l’atto sessuale, giungendo solamente a chiedere all’uomo di utilizzare il profilattico.

Il Tribunale condannava quindi l’uomo asserendo come lo stesso, pur a fronte del diniego espresso più volte dalla ragazza, approfittando dell’evidente differenza di età e maturità, capacità di determinazione ed esperienza, aveva soggiogato la ragazza sino ad arrendersi alla sua iniziativa. Tale sentenza veniva successivamente confermata innanzi alla Corte d’Appello competente.

L’uomo giungeva quindi a difendersi innanzi alla Suprema Corte di Cassazione, sostenendo che la ragazza era assolutamente consenziente durante l’atto e che tale consenso fosse facilmente desumibile dalla richiesta della stessa di utilizzo del preservativo. Tale tesi, però, non è stata assolutamente accolta in quanto, seppur era vero che la giovane era consenziente al momento della svestizione, era altrettanto vero che aveva espresso nel contempo il proprio dissenso al rapporto sessuale, cercando nel contempo di sottrarvisi. La richiesta di utilizzo del profilattico, in sostanza, era stata avanzata dalla ragazza in quanto voleva ridurre le conseguenze negative dell’atto non voluto.